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Erano gli anni 50′ e 60′ quando un gruppo di artisti anonimi scriveva sui muri di New York in segno di protesta.
Poco più tardi, molteplici forme d’arte non riconosciute invadevano gli spazi pubblici all’aperto delle città di tutto il mondo, dando vita a esibizioni nuove e stravaganti.
Ma è sempre a New York, negli anni 70’, che ha origine una forma d’arte innovativa e particolarmente interpretativa, la street art, dove la strada appunto diventa il luogo prescelto per esprimersi.
Quella che noi oggi definiamo come street art moderna (l’arte dei graffiti, degli stencil e dei murales) ha origine proprio a New York tra gli anni 60’ e 70’, nel boom del graffitismo, per poi espandersi negli anni 80’, nel Bronx, con l’avvento dello spray.
E’però attorno al 2000 che la cosiddetta “arte di strada” diventa di interesse pubblico ed esplode, grazie agli stencil di Banksy.
Il suo nome oggi affascina tutto il mondo. Me compresa.
E da amante della street art ho colto l’occasione della mostra “Un artista chiamato Banksy” a Palazzo Diamanti a Ferrara, per scoprire qualcosa in più su questo grande artista.
Chi è Banksy: lo street artist più misterioso di sempre
Di lui si sa poco e niente.
Si sa quello che lui stesso vuole farci sapere.
Ma allo stesso tempo ci sembra di conoscerlo a fondo, ci sembra di sentirlo vicino.
Perché?
Perché Banksy con le sue opere ci ha messo davanti il suo pensiero senza se e senza ma.
Perché i suoi messaggi arrivano dritti alla mente e al cuore, lasciando poco spazio all’interpretazione.
Perché sa essere diretto, pungente, ironico, ma anche sensibile.
Il nome Banksy è uno pseudonimo.
Nessuno conosce la sua vera identità. Nessuno sa chi si ci celi davvero dietro questo nome.
Tutto ciò che si sa di lui è che è nato a Bristol nel 1974.
Partito come writer, ha poi adottato per le sue opere la tecnica degli stencil, fino a diventare oggi uno dei più famosi street artist del mondo.
Nel corso degli anni il talento di Banksy è stato quello di avvicinare il grande pubblico al mondo dell’arte contemporanea, grazie all’immediatezza del messaggio presente nelle sue opere.
Opere presenti in tutto in mondo, che trattano temi piuttosto impegnativi come l’uguaglianza, la discriminazione, la politica, la cultura e l’etica e lo fanno in chiave satirica, attraverso immagini concrete e immediatamente comprensibili.
Tanto che il suo pubblico è ampiamente eterogeneo: ragazzi, adolescenti, adulti… Banksy piace a tutti.
O per lo meno tutti, osservando le sue opere, ne restano in qualche modo colpiti.
E ne parlano.
Perché anche se la sua identità rimane un’ incognita… Banksy fa parlare di sé, ma soprattutto fa parlare le sue opere.
Lo stile di Banksy
Le opere di Banksy sono presenti in tutto il mondo, spesso accompagnate da slogan per favorire l’immediatezza del messaggio che vuole trasmettere con la sua Street Art.
Per alcuni i suoi lavori sono toccanti, stimolanti e divertenti, per altri si tratta di semplice vandalismo.
La cosa certa è che Banksy ha uno spiccato talento per trasmettere le sue opinioni in un modo che nessuno ha saputo fare finora.
Usa gli edifici delle città, i ponti e qualsiasi cosa lo ispiri per creare i suoi murales.
E’ riuscito ad avvicinare l’arte al grande pubblico e a farsi conoscere a livello internazionale, nonostante non si possa associare un volto al suo nome.
Banksy ama spesso ritrarre anziani, bambini, poliziotti e animali come scimmie e topi.
Usa una chiave satirica e ironica per raffigurare problemi che affliggono la società odierna, a partire da quelli politici, fino ad arrivare a quelli culturali ed etici.
E questo probabilmente è uno degli aspetti del suo grande successo.
Le opere più famose di Banksy
Le opere di Banksy continuano a segnare l’epoca in cui viviamo, ne interpretano i simboli e ne smascherano le contraddizioni.
E’ impossibile citarle tutte, ma qui sotto ho provato a riassumere alcuni dei suoi murales più belli… secondo me.
- Balloon Girl, “La ragazza con il palloncino” – LONDRA
Si tratta probabilmente del pezzo più famoso di Banksy.
Realizzato per la prima volta a Londra nel 2002, raffigura una bambina che tende la mano verso un palloncino rosso a forma di cuore, simbolo di innocenza, amore e speranza.
Quest’opera è diventata una vera e propria celebrità mondiale, anche a causa di quanto accaduto nel 2018, quando la famosa casa d’asta londinese Sotheby riuscì a vendere una stampa di Ragazza con il Palloncino a più di 1 milione di dollari.
Battuto il martello che decretava l’acquirente vincitore, tramite un dispositivo nascosto all’interno della cornice dallo stesso Banksy e telecomandato a distanza, la stampa è stata triturata, trasformandosi in Love Is in the Bin – ovvero: L’amore è nel cestino – , riconosciuta dai critici come la prima opera d’arte mai realizzata durante un’asta dal vivo.
- Rage, Flower Thrower, “Il lanciatore di fiori” – GERUSALEMME
La street art Banksy è spesso veicolo di un potente messaggio di pace, soprattutto quando realizzata in zone del mondo dilaniate dalla guerra.
A Gerusalemme, città da secoli martoriata da conflitti, è Il lanciatore di fiori a portare questo messaggio: un ragazzo, nei panni di un rivoltoso, con tanto di bandana sul viso e cappellino al contrario, è immortalato nel momento in cui sta per lanciare, non una bomba molotov, bensì un mazzo di fiori. È proprio questo bouquet variopinto a farsi emblema della speranza di pace e fraternità.
- Kissing Coppers, “I poliziotti che si baciano”- BRIGHTON
Quando “Kissing Coppers” comparve sul muro di un pub in una strada di Brighton, nel 2004, fece un certo scalpore.
Con una pungente ironia, Banksy ritrae una coppia di poliziotti che si abbandonano ad un bacio appassionato.
Le forze dell’ordine sono spesso schernite nelle opere di Banksy e in questo caso, da simbolo di repressione, si trasformano in un’icona anti-omofobia.
Oggi, a Brighton, è possibile vedere solo una copia dell’opera originale, che fu venduta ad un privato dal proprietario del pub per una cifra da capogiro.
- Pulp Fiction – LONDRA
Nonostante non esista più, questo graffito è tra quelli di maggior successo di Banksy.
L’opera riprende una scena del film cult Pulp Fiction, di Quentin Tarantino, e ritrae John Travolta e Samuel L. Jackson mentre stanno per sparare.
Come nel lanciatore di fiori, le armi vengono sostituite da oggetti innocui, che qui sono costituiti da due banane gialle.
Un’immagine estremamente ironica che per anni contrassegnò la fermata della metropolitana di Old Street di Londra.
Fu cancellata nel 2007 da una ditta di pulizie, che la ricoprì con uno spesso strato di vernice nera.
- Napalm Girl
In questa serigrafia del 1994, Banksy racchiude uno dei messaggi di denuncia più potenti della sua produzione.
La bambina che fugge da un bombardamento di Napalm, ritratta in una famosissima fotografia scattata durante la Guerra del Vietnam nel 1972, viene rubata al suo originale contesto e affiancata da Topolino e Ronald McDonald, due icone della cultura di massa statunitense.
Il contrasto tra la disperazione della bambina e i sorrisi spensierati dei due personaggi, che rende l’immagine estremamente inquietante, vuole ricordarci le angoscianti contraddizioni alla base del modello consumista e capitalista americano.
- Nola- Ragazza con l’ombrello – NEW ORLEANS
Come Ragazza con il Palloncino, Nola è tra le opere più note di Banksy.
Siamo stavolta a New Orleans, una città che ha da sempre mostrato un grande rispetto per i graffiti, soprattutto quelli firmati dallo street artist inglese.
Il nome Nola infatti si riferisce all’appellativo affettuoso con cui gli abitanti di New Orleans chiamano la loro città.
L’immagine di una bambina con l’ombrello, che mostra la pioggia cadere all’interno dell’ombrello stesso e appare per la prima volta come murales nel quartiere di Marigny, a New Orleans, nel 2008, quando Banksy vi si reca dopo il devastante passaggio dell’uragano Katrina del 2005.
Il messaggio parla di come le cose che facciamo per proteggerci possano anche farci male.
A New Orleans, infatti, il disastro avvenne a seguito del cedimento degli argini che avrebbero dovuto proteggerla.
Dopo aver subito ripetuti atti di vandalismo, la comunità si è fatta carico della sua salvaguardia, proteggendola con una barriera in plexiglass e monitorandone quotidianamente le condizioni di conservazione.
- Il senzatetto diventa Babbo Natale – BIRMINGHAM
Protagonista dell’opera è Ryan, un vero senzatetto trasformato in un moderno Babbo Natale perché proprio accanto a lui Banksy ha raffigurato due renne intente a volare, che sembrano trasportare la slitta / panchina su cui dorme l’uomo.
Mentre Ryan riposa, Banksy osserva sia lui che la reazione dei passanti.
Il significato di quest’ultima opera poetica dello street artist è molto semplice: Banksy ha voluto sottolineare la situazione dei senzatetto inglesi, costretti a dormire all’aperto nonostante le temperature rigidissime.
L’obiettivo è quello di incoraggiare le persone ad essere più solidali con chi è meno fortunato, e non solo a Natale.
- Il cupido di San Valentino – BRISTOL
Questo murale, apparso per la prima volta nel giorno di San Valentino, si trova nella città natale di Banksy, a Bristol.
Protagonista è una bambina – Cupido che con una fionda colpisce e “uccide” un cuore fatto di fiori e foglie di plastica rosse.
Secondo alcuni questa versione del dio dell’amore rappresenta l’eterno binomio odio – amore.
Magari il cuore è lo stesso palloncino di “Girl with Balloon”…
- I topi
La scelta del topo come protagonista dei suoi stencil è una questione ideologica: Banksy infatti afferma che essi sono degli esseri davvero insignificanti e vengono maltrattati da tutti, però sono in grado di mettere in ginocchio un’intera città.
I topi vengono rappresentati da Banksy mentre ascoltano la musica, indossano occhiali da sole glamour, fanno dichiarazioni d’amore, si vestono come dei militari, o sono rinchiusi in una ampolla da laboratorio.
In tempo di quarantena a causa del Covid, Banksy ha riprodotto disegni di topi nel suo bagno di casa pubblicando poi la foto sul suo profilo Instagram ufficiale e scrivendo la didascalia “Mia moglie odia quando lavoro da casa”.
Insieme ai topi l’artista rappresenta spesso anche le scimmie, entrambi personificati.
- Leita – la domestica – LONDRA
Una domestica dipinta a grandezza naturale su una parete della zona di Londra Chalk Farm.
La donna alza l’intonaco del muro per nascondere lo sporco raccolto.
Leita, così si chiamerebbe la domestica, è stata interpretata come il simbolo di chi preferisce ignorare i problemi del mondo, nascondendoli.
Opere di Banksy in Italia
Non tutti lo sanno ma in Italia esistono ben 2 opere di Banksy, una a Napoli e l’altra a Venezia.
Quella a Napoli si chiama “La Madonna con la Pistola” ed è un murale che unisce sacro e profano, cristianità e camorra, e che reinterpreta il Barocco.
Sempre a Napoli c’era anche un’altra opera che rappresentava una rivisitazione dell’Estasi della Beata Ludovica Albertoni del Bernini.
La Beata appariva in uno stato di estasi mentre gustava patatine e Coca Cola del Mc Donald, ed era un chiarissimo attacco al consumismo.
Quest’opera è stata però coperta da un writer napoletano nel 2010, ignaro di cosa stesse realmente cancellando.
A Venezia invece, su un muro a filo laguna, in Rio di Cà Foscari, vicino all’università, vi è il “Naufrago Bambino”.
L’opera ritrae un bimbo che regge una torcia, da cui fuoriesce del fumo rosso cangiante; una presa di posizione netta sulla questione dei migranti.
Un artista chiamato Banksy: la mostra di Banksy a Ferrara
Le opere di Banksy, destinate alla strada, sono state trasformate in veri e propri quadri e sculture, esposte nelle gallerie d’arte più famose del mondo.
Così di tanto in tanto si alternano mostre sull’artista per avvicinare il suo mondo alla gente, e portare i suoi capolavori al cospetto degli appassionati.
Complice la voglia di saperne di più su questo grande artista e di ritrovarmi faccia a faccia con le sue opere ho deciso di visitare la mostra “Un artista chiamato Banksy” a Ferrara.
La mostra è stata allestita nella bellissima location di Palazzo Diamanti e raccoglie oltre 100 opere e oggetti originali tra cui dipinti e serigrafie dell’artista.
E’stata realizzata interamente grazie a opere provenienti da collezioni private. Banksy, infatti, non ha nulla a che fare con l’organizzazione dell’evento, nonostante ne sia stato informato tramite il suo ufficio.
Al centro della mostra i temi della guerra, della pace, il controllo sociale e la libertà.
Un percorso espositivo che abbraccia i momenti più significativi della carriera di Banksy, con alcune delle sue opere più famose.
Tra queste quella su cui sono rimasta immobile per alcuni minuti è senz’altro “Girl with Balloon”, ovvero la ragazza con il palloncino, decretata nel 2017 l’opera più amata dai britannici, secondo un sondaggio condotto da Samsung.
Un’opera apparentemente semplice, come sembrano in realtà tutte quelle di Bansky, ma dal forte richiamo emotivo.
In Balloon Girl, Banksy raffigura una bambina con la mano protesa verso un palloncino rosso a forma di cuore che viene portato via dal vento, e non lontano compare la scritta “C’è sempre speranza”.
Il colore rosso del palloncino vuole contrastare il nero predominante dell’immagine, richiamando una metafora: anche nei momenti bui della vita ci possono essere sprazzi di luce, bisogna sempre avere speranza.
La prima rappresentazione Street Art di Girl With Balloon compare a Waterloo Bridge nel 2002, sebbene non sia l’unica fatta a Londra.
Negli anni questa è diventata una delle figure più utilizzate dall’artista.
Le varianti sono state impiegate per sostenere campagne sociali, tra cui quella in Cisgiordania del 2005, quella per la crisi dei rifugiati siriani nel 2014 e anche per le elezioni britanniche del 2017.
Nel 2018 grazie a Balloon Girl, Banksy ha fatto molto parlare di sè e il quadro della Bambina col Palloncino ha raggiunto l’apice della popolarità all’asta di Sotheby’s.
L’Opera di Banksy infatti, dopo essere stata venduta all’asta per oltre un milione di Sterline, venne semidistrutta da un meccanismo interno installato dallo stesso artista.
Il quadro è stato rinominato poi Love is in the Bin.
Sotheby’s ha definito Balloon Girl di Banksy come la prima opera d’arte nella storia ad essere stata creata dal vivo durante un’asta.
Ogni opera all’interno della mostra “Un artista chiamato Banksy” è accompagnata da una puntuale descrizione, per entrare ancora più in simbiosi con il pensiero dell’artista e con il messaggio che egli stesso vuole trasmettere.
Perché vedere una mostra di Banksy è un vero e proprio viaggio immersivo dentro l’evolversi della società.
Bisogna soffermarsi sulle opere e leggerne le descrizioni, per cogliere a pieno l’essenza.
Non si tratta solo di schizzi, di disegni, di bozze fatte qua e là.
Si tratta di arte. Arte che vuole lanciare messaggi. Arte che sa arrivare dritta a mente e cuore.
Tra le varie opere presenti nella mostra anche poster da collezione, due esemplari delle banconote Banksy of England, alcune t-shirt rarissime e i progetti di copertine di vinili.
E’ disponibile anche un servizio di audioguida (al costo di 5 euro) usufruibile scaricando una app sul telefonino.
E verso la fine della mostra vi è uno spazio chiamato “If i were Banksy..” dove i più piccoli (ma anche i grandi, perchè no?) possono esprimersi a suon di gessetti colorati e fantasia, immedesimandosi proprio in Banksy.
Che dire… la mostra “Un artista chiamato Banksy” mi ha permesso di conoscere meglio questo artista.
Di approfondire le sue opere e di andare oltre a quello che solo in apparenza può sembrare un semplice schizzo.
Passeggiando per le sale espositive sono rimasta molto colpita da alcune sue frasi riportate sui muri:
“Molti genitori sarebbero disposti a fare qualsiasi cosa per i loro figli, tranne lasciarli essere se stessi”.
E ancora… “I più grandi crimini del mondo non sono commessi da persone che infrangono le regole, ma da persone che seguono le regole. Sono le persone che seguono gli ordini che sganciano le bombe e massacrano i villaggi”.
E infine “E’ un peccato non importi cosa produca l’artista, quanto siano impegnate le opere o il lavoro pubblico che affronta i temi delle inadeguatezze sociali: ciò che interessa alla maggioranza delle persone è il suo valore economico”.
Queste frasi credo spieghino l’essenza di questo artista.
E una cosa è certa, Banksy ha dimostrato al mondo che si può essere famosi anche mantenendo l’anonimato.
Info sulla mostra
La mostra è visitabile a Palazzo Diamanti a Ferrara fino al 27 settembre 2020.
Vista l’emergenza sanitaria in atto, le entrate sono contingentate: 15 persone ogni 15 minuti.
I biglietti si possono acquistare online evitando la fila e decidendo così giorno e orario precisi.
- Tariffa unica: 10 euro
- Tariffa Gratuita per:
minori fino a 12 anni
portatori handicap al 100% con accompagnatore)
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ispettori Siae
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La prevendita ha il costo di 1 euro: è vivamente consigliata e consente la priorità.
Nelle vicinanze si può parcheggiare al Parcheggio Diamanti (parcheggio a pagamento, ma con tariffa massima di 2 euro), comodo anche per visitare il centro di Ferrara.
Looking forward to reading more. Great article post. Much thanks again. Fantastic. Tresa Brendan Gearard
Thank you so much! 🙂