(ATTENZIONE: post scritto col cuore!)
Ci sono luoghi che ti prendono l’anima.
Luoghi che ti toccano il cuore così forte, da strappartene quasi un pezzetto.
Quasi una sensazione di casa che avverti la prima volta mettendoci piede.. perchè certi posti sanno abbracciarti così forte che il loro calore ti immerge, ti avvolge, ti conquista.
A volte quest’emozione è un “buona la prima” che con la prima scintilla si esaurisce… altre invece si ripete imperterrita, ogni singola volta, con la stessa imperturbabile e travolgente energia.
Questo è l’effetto che su di me ha Castelluccio di Norcia.
Un posto magico, che sono sicura, sorprenderà anche te.
Leggi anche: La rinascita di Castelluccio di Norcia: io ci credo!
Castelluccio di Norcia prima e dopo
C’era una volta un paesino arrocato su un monte, con tante casette, bestiami al pascolo e una vallata dove l’occhio umano si perde…
Potrei iniziare così il mio racconto, ma non è il modo giusto, non è il mio.
Non voglio parlare al passato “solo” perchè un brutto terremoto ha portato con sè molto di ciò che c’era e che si era costruito nei secoli.
Voglio parlare al presente. Di ciò che c’è, dell’aria che si respira, del panorama che si osserva e del cuore di chi, nonostante tutto, non ha mai smesso di crederci.
Cancellare è impossibile, perchè ciò che è stato, è stato così forte da rompere ogni tipo di equilibrio.
Dimenticare non si può, perchè è come se da quel momento tutto fosse cambiato; ma allo stesso tempo non si deve, perchè spesso dimenticare porta all’indifferenza, all’abbandono, al pensare che se non si parla più di una cosa o se passa un pò di tempo, quella cosa magicamente si è risolta da sola.
Non è così!
E quindi è giusto, per un attimo almeno, riavvolgere il nastro e tornare indietro nel tempo.


Castelluccio di Norcia e il terremoto del 2016
Sono le 3.36 del 24 agosto 2016, quando una scossa di 6.0 gradi colpisce la Valle del Tronto.
A questa scossa ne seguiranno altre 300, colpendo le regioni di Umbria e Marche e devastando interi paesi e comuni, tra cui Accumoli (RI) e Arquata del Tronto (AP).
Strade squarciate, sciami di persone senza più le proprie case, chi ha perso i propri cari, chi in un attimo vede ridotto in un ammasso di macerie la fatica di una vita.
E’ il 26 ottobre 2016 quando la terra trema ancora e sempre con epicentri al confine umbro-marchigiano, tra i comuni della provincia di Macerata di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera (la prima scossa alle 19:11 con magnitudo 5.4 e la seconda alle 21:18 con magnitudo 5.9).
Ma il destino a volte sa essere davvero crudele e il 30 ottobre, a pochi giorni di distanza, arriva la scossa più forte, di magnitudo 6.5, con epicentro tra i comuni di Norcia e Preci, in provincia di Perugia.
In poco più di due mesi si sono registrate vittime, feriti e ingenti danni agli edifici, al patrimonio storico e artistico e alle abitazioni.
Paesi devastati, che in un attimo sono divenuti fantasma.
Migliaia gli sfollati tra Umbria e Marche.
Non voglio scrivere di dati tecnici, per questo ci sono gli esperti.
Ma ricordo bene quei mesi.
Li ricordo da spettatrice, di quando attaccata alla televisione ho iniziato a piangere vedendo interi paesi rasi al suolo, vedendo le persone disperate che piangevano i loro cari e si aggrappavano al ricordo delle loro case.
Era il 2016 e soltanto un paio di mesi prima avevo visitato quelle zone, come di consueto faccio ogni anno, per assistere allo spettacolo della fioritura delle lenticchie.
Castelluccio di Norcia non esisteva più, bar, ristoranti, abitazioni… tutte distrutte.
Norcia era ridotta un cumulo di macerie.
Non ci posso credere.
Scorro le foto del telefono e mi vedo felice e sorridente davanti alla basilica di Norcia.
Poi guardo la tv: quella basilica è quasi ridotta ad un ammasso di polvere.
Ricordo tutto di quel periodo, le testimonianze delle persone, le grida di disperazione, i messaggi di coraggio da parte del nostro governo e le incessanti raccolte fondi per aiutare.
Perchè se pur pieni di difetti, quando si tratta di aiutare, noi italiani abbiamo un cuore grande.
Lo abbiamo dimostrato quest’anno con le donazioni per il Covid e lo dimostrammo all’epoca durante le raccolte fondi per la popolazione colpita dal terremoto.
Io sono stata una dei tanti milioni di italiani che non ci ha pensato due volte a donare. Perchè se hai un minimo di cuore è un gesto diretto che ti parte da dentro.
Perchè se ci fossi tu al loro posto, spereresti che qualcuno ti tendesse una mano.
Perchè, come mi ha sempre insegnato mio padre, se le persone non le aiuti nel momento del bisogno, allora quando?
Ci ho creduto, insieme a tutti i milioni di italiani che come me hanno fatto quel gesto.
Ho creduto e sperato nel mio piccolo, di poter aiutare questi paesi a rialzarsi quanto prima. Perchè come diceva Madre Teresa una goccia nell’oceano sembra nulla, ma tante gocce insieme fanno l’oceano.
Ci ho creduto e con me lo hanno fatto tutte le persone rimaste senza una casa, senza più un futuro.
Si sono aggrappate alla speranza, alle promesse e alla fede.
Ma credere non basta, bisogna fare.
Alle promesse devono seguire aiuti concreti.
A distanza di alcuni anni le enormi cifre raccolte non si sa che fine abbiano fatto, se siano state bloccate (bloccate??? da chi? perchè?) o se siano finite in mani sbagliate.
Di lavori ne sono stati fatti pochissimi, sono state date casette pre fabbricate che poi hanno avuto svariati problemi.
A queste persone non sono state concesse nè agevolazioni, nè dilazioni di pagamento, molti sono stati costretti a trasferirsi per cercare lavoro, altri hanno dovuto far fronte ai loro ultimi risparmi per ripartire, da soli.
E’ davvero questo un paese?
Che fine hanno fatto le promesse fatte?
La frase “Non vi lasciamo soli” che queste persone si sono sentite ripetere non so quante volte, perchè non ha avuto un seguito?
Da italiana mi sono sentita presa in giro, perchè ho sempre creduto che fare una promessa significasse poi mantenerla.
Ma chi più di tutti si è sentito preso in giro e abbandonato è stato chi in una tragedia del genere ha perso tutto, chi ha visto in faccia non solo il terrore e il dolore più cruento, ma anche l’ipocrisia e la velleità più spicciola.
E’ così che ho deciso che qualunque cosa avrei fatto, l’ avrei fatta a modo mio, con un mio piccolo contributo, ma sapendo per certo che sarebbe arrivato e a chi.
Se prima del 2016 visitare quelle zone era puro piacere e magia, ora è anche voglia di aiutare, voglia di esserci, di dire “Io non vi lascio!“.
Così dopo il terremoto, nonostante le tre ore e trenta ad andare e le stesse a tornare, ogni anno mi reco in quelle zone e con la “scusa” della fioritura delle lenticchie mi avvicino alle persone e alle loro storie e nel mio piccolo cerco di aiutarli acquistando prodotti locali e pranzando nei ristoranti del posto che sono rimasti.
Mi fa stare bene, mi fa sentire vicina a loro e penso che il mio gesto semplice e forse anche irrisorio, in fondo valga più di mille promesse inconcludenti fatte dall’alto.
Penso che se ognuno facesse un gesto così piccolo la ricostruzione sarebbe davvero più veloce e poi sale la rabbia.
La rabbia di non potersi aggrappare e fidare nemmeno di un paese che dovresti considerare casa.
Castelluccio di Norcia: quando c’e lo spettacolo della fioritura delle lenticchie
Eravamo abituati a vedere Castelluccio di Norcia dominare i piani circostanti, come un piccolo tesoro incastonato nel cuore della Valnerina, ma il terremoto del 2016 ha cambiato le cose.
Castelluccio di Norcia porta oggi le cicatrici di uno sciame che ha cancellato i suoi tratti caratteristici di paese.
Fortunatamente qui nessuno è rimasto sepolto dalle macerie, ma l’angoscia di chi oggi ha perso tutto, è palpabile dagli sguardi di quei pochi cittadini rimasti a piangere le macerie della propria casa.
Ma come ho scritto all’inizio non voglio parlare al passato, perchè Castelluccio c’è, è ferito, ha accusato gravi colpi, ma continua a dominare dall’alto con ciò che di lui resta e sembra quasi sussurrare “Io non mollo e tornerò a splendere!“.
Ogni anno, tra giugno e luglio, la natura regala questo spettacolo unico, proprio sulla piana di Castelluccio, una distesa di verde a perdita d’occhio che nei mesi estivi si copre di colori, balle di paglia e animali al pascolo.
Sarebbe più appropriato parlare di fioritura dell’altopiano di Castelluccio, perchè l’intero altopiano è coinvolto da questo spettacolo naturale unico.
Un mosaico di colori che con variazioni di toni dal giallo ocra al rosso, vanno a comporre i prati, quasi fosse una tela di Monet.
Il rosso dei papaveri, il blu dei fiordalisi e l’azzurrino della lenticchia si integrano con il bianco e il giallo delle margherite.
E il verde dei prati completa il quadro che la natura ha disegnato all’ombra del monte Vettore, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Viola azzurro, verde, giallo, rosso, celeste… le specie floreali che tingono il Pian Grande e il Pian Perduto in questo periodo sono innumerevoli.
Camminando lungo i sentieri si possono ammirare genzianelle, narcisi, violette, papaveri, ranuncoli, asfodeli, viole Eugeniae, trifogli, acetoselle e molte altre specie.
Quando si svolge la fioritura delle lenticchie a Castelluccio di Norcia
I mesi della fioritura delle lenticchie sono solitamente Giugno e Luglio, anche se non esiste un momento preciso per ammirarla, perchè molto dipende dalle condizioni climatiche della stagione in corso.
Ci sono stati anni in cui già a fine giugno la fioritura era al suo massimo splendore e anni invece dove si è raggiunta soltanto a metà Luglio.
Anni in cui i colori non erano tutti presenti, ad esempio ricordo una fioritura dove non era presente nemmeno una sfumatura di rosso e anni invece, come quello in corso, dove tutte i colori sono presenti.
La fioritura di quest’anno 2020 è davvero magica, il viola, si alterna all’azzurro, che dà spazio al rosso e si avvicina al giallo.
Dall’alto “Wow” sarà la prima esclamazione che ti verrà spontanea e una volta presa la macchina fotografica in mano non riuscirai più a lasciarla.
Il bello della fioritura delle lenticchie di Castelluccio di Norcia è proprio questo: ogni anno è diversa e non avrai mai foto uguali alle altre.
Consigli e comportamenti da seguire per la fioritura delle lenticchie
Come ti ho già anticipato non esiste un periodo preciso per la fioritura delle lenticchie.
I mesi sono quelli di Giugno e Luglio, ma se vuoi avere un’idea precisa sullo stato di avanzamento della fioritura, puoi consultare la web cam dal sito ufficiale.
Se possibile ti consiglio di evitare il fine settimana e di controllare sempre le previsioni meteo prima di partire.
Arrivare in zona in un giorno di pioggia potrebbe metterti di cattivo umore e farti desistere dallo scattare tante foto.
Una cosa invece a cui tengo tantissimo e su cui mi preme soffermarmi è quella di Non Calpestare le aree coltivate!
I cartelli sono stati messi per un motivo dagli agricoltori e se deciderai di fare anche solo un passo in mezzo ai fiori, sarai responsabile di distruggere il lavoro e il sostentamento di questa popolazione, che tanto sta facendo per rialzarsi con le proprie mani.
Per cui usa gli appositi sentieri e le strade sterrate e non intrufolarti in mezzo ai fiori. Anche se non si vedono, le lenticchie stanno crescendo!
Le foto ti garantisco verranno bellissime anche fuori dalle aree recitante e ricorda sempre il motivo per cui sei qui.
Oltre che per vedere uno spettacolo unico, sei in un luogo che sta ancora soffrendo, porta rispetto.
Non c’è bisogno di indossare abiti da fotomodella o assumere pose accattivanti per far risaltare questo luogo, come non c’è bisogno di chissà quali filtri per potenziare l’effetto dei colori e magari stravolgerli.
Questo luogo parla e sa emozionare da solo.
Non da ultimo ti invito ad aiutare la gente del posto acquistando prodotti locali e andando nei ristoranti della zona, non solo di Castelluccio, ma anche di Norcia, Visso e di tutti gli altri paesi limitrofi colpiti dal terremoto.


Cosa vedere vicino a Castelluccio di Norcia
Se è la tua prima volta in zona ti consiglio di non fermarti unicamente a Castelluccio.
La zona dei Monti Sibillini è bellissima e ci sono tantissimi borghi da visitare, dove il cibo è super e il panorama è mozzafiato.
Per darti un’idea, a mezz’ora circa puoi visitare Norcia, anch’essa gravemente colpita dal terremoto del 2016, Visso, più lontano Spoleto, Terni, Ascoli Piceno e il lago di Fiastra.
Potrei dirti tantissimi altri posti, non resta a te che guardare la cartina e costruire il tuo itinerario.
Come organizzarsi per la fioritura delle lenticchie
Quest’anno (2020) a partire dal 27 giugno è stata riaperta la strada per Castelluccio di Norcia, la SP 477/1, che passa da Castel Santangelo sul Nera passando per Visso. Oppure, a seconda della strada che ti sarà più comoda, potrai arrivare a Castelluccio di Norcia accedendo da Spoleto-Norcia o Ascoli Piceno – Arquata.
A seconda da dove arrivi, ti consiglio di partire piuttosto presto al mattino, perchè il flusso di gente è tanto e le auto che possono sostare nel centro di Castelluccio sono davvero poche.
Quest’anno però (2020) sono state create varie arie di sosta e parcheggi con bagni pubblici, ad ingresso gratuito durante la settimana, a pagamento nel weekend.
In zona troverai ristoranti e piccole attività di ristorazione che sono state allestite o ricostruite nel corso degli anni, oppure potrai attrezzarti per un bel pic nic.
Dopo esser stata in vari ristoranti della zona, quest’anno ho deciso di godermi il paesaggio e la natura e fare un bel pic nic con il panorama della vallata.
Così invece di dare il mio contributo economico ad una sola realtà sono partita col fare colazione in una pasticceria a Visso e sempre a Visso ho comprato pane e pizza per il mio pic nic.
A Castelluccio di Norcia invece ho comprato formaggio e affettato e come scorta per l’inverno ho acquistato zuppe, lenticchie e strangozzi, la tipica pasta umbra di cui vado matta.
Se come me vorrai fare un pic nic in zona sappi che esistono apposite aree e parcheggi per auto e camper, ma non ci sono tavole, nè panche.
Potrai però stendere liberamente il tuo telo e il tuo tavolo e goderti un pic nic immerso nella natura di un posto unico. Ma ricordati di tenere pulito una volta che avrai finito.
Con gesti semplici ho aiutato realtà diverse. L’ho fatto col cuore, parlando con loro e rompendo la barriere cliente-consumatore.
Sono tornata a casa col cuore felice, sapendo di aver fatto nel mio piccolo qualcosa di buono e sperando che come me, in tanti possano rendersi conto della bellezza di questi posti.
Ci credo ancora.
Voglio crederci e sperare ancora che queste zone si risolleveranno, che chi aveva qui le sue radici possa continuare ad averle e che chi ha dovuto abbandonare queste zone possa tornare presto.
Spero che ti porteranno rispetto Castelluccio, perchè proprio come la tela di un pittore, tu vai ammirato e preservato.