La Scarzuola in Umbria: luogo magico e città ideale di Tomaso Buzzi

Ognuno di noi ha una sua idea di “città ideale”. Per qualcuno può essere una metropoli eclettica come New York city, per altri può far rima con la modernità di Londra, per qualcuno può avere l’atmosfera romantica di Parigi e per altri ancora può rimandare all’intimità di un piccolo paese dove ci si conosce tutti. Ma se ti dicessi che c’era qualcuno che all’idea di città ideale associava una vera e propria macchina teatrale? Ti porto a scoprire la Scarzuola: una costruzione surreale, fatta di scale, passaggi attorcigliati, palcoscenici e anfiteatri.

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la scarzuola

Once upon a time…”

C’era una volta in Umbria la Scarzuola, un luogo incantato e sospeso in un’aura fiabesca.
Eppure era nato come un convento costruito da San Francesco d’Assisi, incastonato in un luogo sperduto, in una strada dissestata, oltre tornanti senza asfalto e tra i dolci pendii delle colline umbre…
Sì, è proprio il caso di iniziare con “C’era una volta” questo racconto, perché nella storia della Scarzuola, gli ingredienti ci sono tutti.
Ci sono il mistero, l’atmosfera da fiaba, la curiosità, l’intrigo e anche un pizzico di follia, che non guasta mai.
Che si alzi il sipario allora… e parta la narrazione!
Ma sappi che… la Scarzuola è come una medicina: può avere effetti collaterali anche gravi.

ingresso la scarzuolala scarzuola in umbria : ingresso

Storia della Scarzuola

La Scarzuola si trova in Umbria, a Montegiove, nel comune di Montegabbione, in provincia di Terni.
Secondo la storia, deve il suo nome ad una capanna di scarza (una pianta palustre) che, secondo la tradizione, San Francesco d’Assisi costruì nel 1218 durante una delle sue peregrinazioni, nel luogo in cui piantò un cespuglio di lauro e di rose e da cui poi, sgorgò miracolosamente dell’acqua sorgiva.
In quel luogo nel 1282 venne edificata dal nobile Nerio di Bulgaruccio dei Conti di Montegiove, una chiesa con un piccolo convento francescano.
Nell’abside della chiesa, dedicata alla Santissima Annunziata, è conservato un affresco della prima metà del XIII secolo, raffigurante San Francesco in levitazione. Si tratta di una delle prime raffigurazioni del santo, ancora fuori dai canoni dell’iconografia ufficiale.
Tutta l’opera è stata edificata in tufo.
Il convento, abbandonato dai frati nel Settecento, viene rilevato nel 1956 da uno dei maggiori architetti italiani del Novecento, il milanese Tomaso Buzzi (1900-1981).

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Che cos’è la Scarzuola

Tomaso Buzzi fece costruire nel luogo del convento, in gran segreto e ben nascosta dai boschi umbri, una sua “città ideale”, incentrata su sette teatri e ispirata all’ideale umanistico della composizione armonica di natura e cultura.
L’artista tracciò un percorso ricco di simbolismi, basato sul poema illustrato italiano “Hypnerotomachia Poliphili”: un viaggio iniziatico alla scoperta di noi stessi.
La città buzziana è una sorta di autobiografia in pietra, un lascito ai posteri, che prende forma tra il 1958 e il 1978, ma che rimane volutamente incompiuta.
Niente vincoli o limiti dell’architettura convenzionale che avevano caratterizzato sino a quel momento la sua carriera nella committenza aristocratica e borghese; ma solo il Tomaso Buzzi più intimo e libero.
La visita alla città di Buzzi nasce come un percorso di introspezione e di libera interpretazione, non sempre facile.
D’altronde lo stesso Buzzi non ha lasciato spiegazioni dell’opera, lasciando al visitatore, il libero pensiero.
Ma andiamo più nel dettaglio di questa Scarzuola…

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La visita

Prima però di entrare nel dettaglio è giusto che ti faccia alcune precisazioni.
La visita di questo sito è piuttosto particolare e per nulla simile alle classiche visite a cui siamo soliti.
Avrai a che fare con un proprietario esuberante, bizzarro, eclettico e fuori dai canoni, che talvolta colora le sue argomentazioni con termini piuttosto volgari.
I racconti spesso cadono nel mistico e necessitano di tanta interpretazione, ragion per cui ti consiglio la visita solo se sei estremamente curioso e se ti piacciono le cose un po’ fuori dagli schemi.
Ma se stai leggendo… significa che siamo sulla stessa lunghezza d’onda, giusto?
La visita non è libera, si segue l’itinerario proposto dal proprietario e dal suo assistente inglese.
Ricorda di indossare scarpe comode perché il complesso si trova all’aperto in un sali-scendi boschivo.
Il luogo è isolato un po’ da tutto e la strada per arrivarci è piuttosto dissestata.
Giusto perché tu lo sappia nei pressi della Scarzuola non ci sono né aree ristoro, né bagni pubblici, né negozi.
Per il parcheggio puoi lasciare l’auto gratuitamente lungo la strada, prima dell’ingresso.
Ora che ti ho “messo in guardia” sei pronto per entrare nel vivo della visita e per scoprire cos’è davvero la Scarzuola.

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L’essenza della Scarzuola

Buzzi progettò e costruì la città ideale come una grande scenografia teatrale, una sorta di città-teatro.
Tutta la costruzione riprende come una grande scenografia, le bellezze e le grandi opere del passato, come Villa Adriana per la palestra, piscina, terme eccetera, Villa d’Este (Tivoli) per la Rometta dell’architetto-archeologo Pirro Ligorio, i sette edifici nell’Acropoli (Partenone, Colosseo, Pantheon, Piramide, Torre dei Venti, Tempio di Vesta, la torre dell’orologio di Mantova); Bomarzo per l’effetto di gioco e meraviglia (barca, Pegaso, mostro).
Una montagna di edifici che vuoti all’interno e dotati di tanti scomparti, rivelano molteplici prospettive.
Tutti questi ambienti vengono ripresi dal progetto di Buzzi intrecciandosi, avvolgendosi l’uno sull’altro, grazie a passaggi labirintici, scale, camminamenti a spirale, anfiteatri, colonnati, torri, tutti riuniti sotto una scenografia, che riprende i modelli di grandi architetti come Andrea Palladio.
Il complesso si sviluppa dentro una spirale formata dai pergolati.
All’interno di questi vi è un asse verticale che dalla statua scheletrica del Pegaso, attraverso un sistema di terrazzamenti, conduce ad un anfiteatro, al teatro stico, al teatro erboso, per finire alla torre colonna rotta e a un asse orizzontale delimitato a sinistra dal teatro delle api, al centro dal palcoscenico con labirinto musicale, e a destra dalla città Buzziana con al culmine l’Acropoli, il centro di tutta la città ideale.

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Il percorso 

Il viaggio comincia dal giardino dietro il convento che simboleggia le strade alternative che l’uomo può scegliere nel corso della propria esistenza.
Il resto del percorso si snoda attraverso spazi generati da architetture simboliche, non facili da interpretare, ma spiegati dalle descrizioni di Marco Solari, proprietario della Scarzuola, nonché nipote di Tomaso Buzzi, che con qualche foglio scritto sottomano, anch’esso di difficile interpretazione, proverà a descrivere a parole, un luogo davvero unico.
Durante tutto il percorso sarai circondato da una complessa simbologia, con figure particolari, rappresentanti i diversi aspetti della psiche umana.
Tutto questo è stato creato da Buzzi per permettere di avere un’interpretazione personale dell’intero complesso umano.
Per portare il visitatore ad una maggiore consapevolezza di sé, si viene accompagnati in un metaforico percorso di rinascita che scende nelle parti più profonde e buie dell’inconscio, fino ad arrivare all’Acropoli, simbolo della piena realizzazione del Sé!
Seminascosta, protetta dal verde e dagli sguardi indiscreti, la Scarzuola è un luogo magico esoterico nel quale ci si immerge quasi per caso e da cui si esce non solo suggestionati, ma profondamente mutati.
Elementi del passato si sovrappongono a quelli del presente e del futuro, l’uso di scale diventa spesso un abuso, le sproporzioni sono volute, come anche la presenza di mostri, percorsi labirintici, geometrici e astronomici.
E’ una costruzione surreale che racchiude la tradizione del sacro e l’innovazione del profano e che per quanto ci si possa sforzare di raccontare a parole, non sarà mai possibile farlo davvero racchiudendo il suo vero io.
Forse perché un “io” pure e semplice non c’è.
Ma ve ne sono infiniti.

“…alla Scarzuola, quando qualcuno mi osserva che la parte nuova, creata da me, non è “francescana”, io rispondo: naturalmente, perchè rappresenta il Mondo in generale e in particolare il mio Mondo – quello in cui ho avuto la sorte di vivere e lavorare – dell’Arte, della Cultura, della Mondanità, dell’Eleganza, dei Piaceri
(anche dei Vizi, della Ricchezza, e dei Poteri ecc.) in cui però ho fatto posto per le
oasi di raccoglimento, di studio, di lavoro, di musica e di silenzio, di Grandezze e Miseria, di vita sociale e di vita eremitica, di contemplazione in solitudine, regno della Fantasia, delle Favole, dei Miti, Echi e Riflessi fuori dal tempo e dallo spazio perchè ognuno ci può trovare echi di molto passato e note dell’avvenire…”

Tomaso Buzzi

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Come visitare la Scarzuola

La Scarzuola è un parco privato e per visitarla è necessaria la prenotazione chiamando il numero 0763/837463 o inviando una mail a info@lascarzuola.com.
La visita dura circa due ore ed è effettuata da Marco Solari, proprietario della Scarzuola e nipote di Tomaso Buzzi. Sarà lo stesso Marco Solari a fornire le prime date disponibili per la visita con i relativi orari.
Il costo dell’ingresso è di 10 euro a persona per gli adulti e gratuito per i bambini entro i 12 anni.
Le visite si svolgono tutto l’anno a partire da un minimo di 8 persone.
Puoi trovare maggiori informazioni sul sito ufficiale della Scarzuola.

architettura surreale in umbriatasteyourescape alla scarzuola

Che dire… a  sentirne parlare la Scarzuola sembra un luogo surreale e fantastico, per questo ho voluto fortemente visitarlo.
… Invece è tutto vero.
Questa “città” accompagna il visitatore in un percorso metaforico di consapevolezza e rinascita, affrontando le paure più profonde e i mostri che il nostro inconscio genera in condizioni di buio (che rappresenta la paura), fino alla luce, che simboleggia la piena realizzazione dell’Essere.
Il proprietario Marco Solari colora la visita alternando intrigate spiegazioni a fragorose risate, unite talvolta a frammenti politici e spirituali.
Ma niente paura, potrai anche decidere di non farti coinvolgere dalla sua eccentricità e di proseguire la visita guidato dal tuo solo istinto e dalle tue sensazioni.
In fondo lo scopo di questo luogo è la libera interpretazione.
Il segreto forse è prendere tutto con la giusta dose di leggerezza e serietà e con un pizzico di ironia.
Se deciderai di visitarla in questo modo e con una predisposizione all’ascolto e una mente libera dai pregiudizi, sono certa che questo luogo ti conquisterà.
E fammi sapere poi com’è andata!

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