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“Papà mi porti a vedere quella corsa di macchine?”
“Papà che tipo di macchina è quella?”
Questa ero io… da piccola.
Questa sono io… ancora adesso.
Nei sogni del mio papà c’era forse quello di avere un figlio maschio, a cui trasmettere la sua passione per le auto e i motori e credo che mai si sarebbe aspettato che, nonostante il fiocco invece che azzurro, sia venuto fuori rosa (o meglio, verde, visto che il rosa io proprio non lo sopporto), quella passione io l’avrei ereditata lo stesso… pur essendo femmina.
Sin da piccola lo sentivo parlare di auto e mi appassionavo ai suoi racconti, tanto che appena sono cresciuta, ho iniziato ad accompagnarlo a vedere corse e mostre.
Le gite al Motor Show erano per noi il massimo del divertimento e in più di un’occasione capitava di prepararci il pranzo al sacco per assistere ad una corsa di auto.
Oggi se ci troviamo in giro insieme e vediamo automobili che ci piacciono, proviamo a indovinarne il modello, oppure se ci sono macchine di qualche anno fa, lui sa sempre dirmi qualcosa che non so e affascinarmi con i suoi racconti e ricordi.
Credo che ognuno di noi nasca con qualcosa che lo rimanda all’altro sesso. Io lo vedo come un pregio, come un valore aggiunto. Ci sono uomini che nascono con una spiccata sensibilità e donne che invece hanno passioni e propensioni più maschili.
Ecco… io sono una donna a cui piacciono le auto.
E visto che insieme alle auto, mi affascinano le storie… oggi voglio portarti a scoprire quella di Ferruccio Lamborghini e del Museo Lamborghini.
Tutti conosciamo la Lamborghini di oggi, con il suo stile unico, le linee pulite, i colori sgargianti e una grinta inconfondibile.
…Ma prima di parlarti del Museo Lamborghini voglio raccontarti una storia.
Riavvolgiamo il nastro e proviamo a vedere da dove è iniziato tutto.
Scommetto ne resterai sorpreso!
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Prima del Museo Lamborghini c’è… la storia di Ferruccio Lamborghini
Tutto ha inizio nel 1916, quando a Renazzo, in provincia di Ferrara, nasce Ferruccio Lamborghini.
E inconsapevolmente proprio in quell’anno comincia la sua sfida da sogno.
Nato in una famiglia di piccoli agricoltori, e primo di cinque fratelli, Ferruccio cresce nel podere di famiglia, dove il padre cerca di tramettergli il legame con il lavoro dei campi e i valori della cultura contadina.
Ma come abbiamo detto prima… la passione ad un certo punto bussa alla porta e Ferruccio al lavoro dei campi preferisce presto tutto quello che a che fare con la meccanica.
La sua passione trova sfogo all’interno di una delle stalle del padre, trasformata in una sorta di officina, in cui il giovane Ferruccio passa intere giornate, cimentandosi nella creazione e riparazione di oggetti di uso domestico e agrario.
Una volta preso il diploma riesce a farsi assumere come garzone dall’Officina Righi di Bologna, la più importante della città, che in quel momento ha in appalto la revisione dei mezzi dell’Esercito.
All’età di 18 anni, conclusa l’avventura bolognese, Ferruccio apre una bottega a Renazzo insieme all’amico Marino Filippini, iniziando un periodo all’insegna della sperimentazione.

La Seconda Guerra Mondiale irrompe però bruscamente sulla scena, e Ferruccio viene spedito a Rodi, in Grecia, in forza all’Autoreparto Misto di Manovra (l’Autocentro).
Durante la guerra ha l’opportunità di mettere alla prova le sue doti meccaniche come tecnico riparatore e grazie alla sua tenacia e al suo straordinario intuito viene nominato capo del Reparto Officina, diventando in poco tempo uno dei personaggi più popolari del campo.
Nel settembre del 1943, in piena guerra, il personale dell’Autocentro è costretto alla fuga, ma Ferruccio sente ben presto il richiamo dei motori e rientra subito in città.
Con il permesso dei tedeschi, che colgono la bravura di Ferruccio e la possibilità di sfruttare loro stessi le sue abilità, apre una piccola officina.
Ma a Rodi arriva anche l’amore. Lei si chiama Clelia Monti ed è originaria di Ferrara.
Nel 1946, un anno dopo la fine della Guerra, i due tornano insieme in Italia e convolano a nozze.
In quel momento il Sigr. Lamborghini ha le idee molto chiare sul suo futuro: vuole sfruttare quell’aria nuova di libertà e intraprendenza che si respira nel suo Paese dopo la guerra.
Nell’ottobre del 1947 nasce Tonino, l’unico figlio maschio di Ferruccio Lamborghini.
Un momento felice, ma segnato dalla tragica scomparsa della moglie Clelia, che a causa di complicanze post-parto muore poco dopo la nascita del figlio.

Ferruccio Lamborghini imprenditore: la Lamborghini Trattori
L’Italia del dopoguerra non è tutta rosa e fiori, ma è sicuramente un paese in cui si respira un’aria nuova, di libertà e intraprendenza.
Doti che sicuramente non mancano a Ferruccio Lamborghini.
Ci vuole coraggio e anche un po’ di incoscienza per buttarsi… quella che oggi definiremmo come “testa calda”, ma che poi in seguito si riveleranno essere le doti di un precursore e avventore.
L’agricoltura, per secoli la maggiore fonte di reddito del Bel Paese, è in forte crisi, ma proprio da queste difficoltà arriva l’intuizione di Ferruccio, che riesce ad intravedere un nuovo mercato per la meccanizzazione dell’agricoltura su larga scala.
L’esigenza del settore agricolo, unita all’esperienza acquisita da Ferruccio nelle riparazioni, lo spingono ad intraprendere la carriera di imprenditore nella produzione di trattori.
Acquista pezzi di vecchi carri armati lasciati in Italia dagli Alleati e li trasforma in macchine agricole.
Il successo è immediato.
I trattori Lamborghini sono economici, ma durevoli, così nel 1948 a Cento, Ferruccio arriva a fondare la Lamborghini Trattori.
L’amministrazione dell’azienda è seguita con attenzione da Annita Borgatti, una maestra elementare che Ferruccio ha sposato pochi mesi prima e con cui curerà la conduzione delle sue aziende per oltre trent’anni.
Nel corso degli anni cinquanta la Lamborghini Trattori diventa una delle più importanti aziende costruttrici di macchine agricole in Italia, e all’inizio degli anni Sessanta conta quasi 400 dipendenti e una produzione di circa 30 unità al giorno.
Ma non ci si può fermare, perchè le sfide sono il pane quotidiano di Ferruccio Lamborghini.

Durante un viaggio negli Usa nel 1959 Lamborghini visita alcune fabbriche che producono bruciatori e qui l’ennesima intuizione.
Immediatamente pensa all’Italia e capisce che i bruciatori sono l’oggetto del futuro, destinati a soppiantare le caldaie a carbone per il riscaldamento.
Facendo un po’ di conti decide che può sfidare la concorrenza e si lancia in questa nuova avventura.
Assume i tecnici migliori e nel giro di un anno viene costruita la Lamborghini Bruciatori Condizionatori, riuscendo ad imporsi sul mercato grazie alle alte qualità tecniche e ad un prezzo molto competitivo.
Ferruccio volge sempre lo sguardo in avanti, non si guarda mai indietro, lavorando senza sosta per trovare nuove ispirazioni su cui concentrare i suoi sforzi.
Ed ecco pervadere nell’aria ancora una volta, l’odore di nuovo…
Ferruccio Lamborghini ed Enzo Ferrari
Il nome di Ferruccio Lamborghini inizia ad essere conosciuto in tutto il mondo e la passione per le macchine, rimasta in questi anni chiusa nel cassetto, torna a risvegliarsi.
Diventato un benestante, Ferruccio riesce a coronare uno dei suoi più grandi sogni: acquistare una Ferrari, una 250 GT.
Le sue aspettative vengono però deluse.
Ferruccio non è soddisfatto delle prestazioni della sua nuova vettura.
La frizione non gli sembra abbastanza solida e in grado di reggere le sollecitazioni della macchina, così decide di parlarne direttamente con Enzo Ferrari.
All’appuntamento Ferrari fece attendere oltre due ore Ferruccio e lo ricevette in piedi e, con il carattere sanguigno che lo contraddistingueva, gli rispose:
“Ferruccio, le mie macchine funzionano perfettamente. Il problema sei tu. Non sei capace di guidare macchine super-sportive in maniera corretta perché sei abituato a guidare solo i tuoi trattori. Faresti meglio a continuare a occuparti di trattori e a lasciare che mi occupi io delle macchine sportive”
Per Ferruccio si tratta di una vera e propria sfida che si sente pronto a raccogliere: alla fine del 1962 convoca i suoi collaboratori e annuncia l’intenzione di iniziare a costruire automobili.
«Quando ero giovane ero un discreto pilota e avevo anche una Ferrari, una Maserati, eccetera… ma un giorno ebbi un po’ di discussioni con il mio amico Enzo Ferrari che mi disse che io non sapevo guidare le Ferrari, ma sapevo guidare solo il trattore; e da lì allora mi sono impuntato e mi sono detto: “adesso la macchina me la faccio io”».

La nascita del mondo auto per Ferruccio Lamborghini
Avendo ben chiaro l’obiettivo e colta al balzo la sfida di Enzo Ferrari, Ferruccio Lamborghini recluta ben 18 tecnici dal Cavallino e afferma “Se Ferrari ha voluto il Cavallino, io per simbolo voglio il Toro, un Toro scatenato!”.
Detto, fatto!
Il toro è il suo segno zodiacale e come lui, incarna alla perfezione la forza e la potenza. Un toro valoroso e temibile.
Assume l’ing. Gian Paolo Dallara come responsabile del progetto granturismo e affida la progettazione a Giotto Bizzarrini, che ha lavorato per quattro anni alla Ferrari.
Da lì parte per realizzare un’auto che sotto molti aspetti ancora oggi rappresenta il sogno di tanti appassionati.
Diverse persone vicine a Ferruccio sono convinte che questa stravagante impresa non possa portare alcun profitto, in un mondo così complesso e spietato come quello dell’auto.
La stessa Annita, che dirige lo stabilimento della Lamborghini Trattori, gli chiede di ripensarci.
Ma Ferruccio dal canto suo crede fortemente di poter vincere questa sfida.

Nel maggio del 1963 costituisce la società Automobili Ferruccio Lamborghini, ponendosi l’obiettivo di presentare la prima creazione al Salone dell’Auto di Torino, l’appuntamento più importante dell’epoca.
Acquista un terreno a Sant’Agata Bolognese consentendo ai tecnici di lavorare in un fabbricato lì accanto, mentre avvia parallelamente la costruzione di un modernissimo stabilimento.
L’inaugurazione cade nell’autunno del 1963, contestualmente alla produzione di telaio e motore della 350 GTV.
In un clima ancora di generale scetticismo (d’altronde si sa, quando c’è qualcuno con l’inventiva la gente è spesso invidiosa!) arriva il momento dell’uscita in pubblico.
L’auto viene presentata prima a Torino e poi al Salone dell’Auto di Ginevra.
Il successo è totale, e ben presto tutti riconoscono la 350 GTV come un capolavoro a 12 cilindri.
La Lamborghini Auto si trasforma in breve tempo in una delle prime industrie italiane produttrici di granturismo.
Il suo prodotto è eccellente e la qualità delle auto viene riconosciuta in tutto il mondo. Ma è il personaggio Ferruccio a colpire: semplice, carismatico, affascinante e competente.
Insomma… uno che sa il fatto suo.
“Questo è stato il momento perfetto in cui ho finalmente deciso di creare un’auto perfetta.”
Ferruccio Lamborghini e la Miura
Al Salone dell’Automobile di Torino del 1965, la Lamborghini presenta un singolare telaio concepito dai due giovani ingegneri Dallara e Stanzani.
La peculiarità è rappresentata da un motore 12 cilindri 4 litri della 400 GT, piazzato centralmente dietro l’abitacolo, in posizione trasversale.
ll progetto viene apprezzato anche dal famoso carrozziere torinese Nuccio Bertone, che non appena visto il telaio si propone di “vestirlo”.
“Io sono quello che può fare la scarpa per il tuo piede.”
A Marcello Gandini viene affidato il compito di interpretare le idee di Bertone, per concepire una carrozzeria unica e sensazionale.
Pochi mesi più tardi al Salone dell’Auto di Ginevra del 1966, Lamborghini presenta una macchina destinata ad entrare nella storia: la P400 Miura.
Una granturismo veloce, grintosa, estremamente innovativa e dallo stile unico ed inconfondibile.
La più bassa Granturismo del mondo con il suo metro e mezzo di altezza e la prima ad abbattere il muro dei 300 km/h.
La Miura è come una donna dal fascino dirompente. Con i suoi fanali mi ha subito ricordato le lunghe ciglia di una donna grintosa. Sembrano occhi che parlano, quasi dicessero “Ehi, mi vedi? Sono la numero uno!”
La Miura ottiene un successo che supera anche le aspettative del suo creatore e in tre giorni vengono sfiorate le 170 prenotazioni.
Le ordinazioni arrivarono anche tra persone del jet set, star del cinema e della musica, come il re d’Arabia, Dean Martin, lo scià di Persia, i Beatles, il sultano del Brunei e Frank Sinatra.
Anche la principessa Grace Kelly ne volle una, di colore azzurro cielo metallizzato.
L’auto è talmente innovativa che viene addirittura esposta al MOMA di New York tra le opere d’arte.
E come se non bastasse, nel 1969 Ferruccio Lamborghini viene insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro nel settore dell’industria.

Il nuovo corso del marchio Lamborghini
Alla fine degli anni Sessanta anche la Lamborghini Trattori viene colpita dalla crisi che coinvolge l’economia italiana.
L’episodio che mette in grossa difficoltà l’azienda vede protagonista il Governo Boliviano, che dopo aver richiesto una fornitura di 5.000 trattori, annulla la commessa a causa di un colpo di stato.
I trattori invenduti, sommati alla sovrapproduzione che contraddistingue i primi anni Settanta, portano alla vendita degli stabili a favore di FIAT nel 1971.
Di lì a poco, gli anni della crisi e un mondo industriale con cui fatica a riconoscersi, costringono Ferruccio Lamborghini a prendere due forti decisioni.
Nel 1972 cede il 51% del pacchetto azionario della Lamborghini e l’anno successivo vende la Trattori alla Same, alla quale aveva già affidato l’azienda un anno prima.
Nello stesso periodo la moglie Annita chiede il divorzio.
Ferruccio si ritira alla tenuta La Fiorita, vicino al lago Trasimeno con Maria Teresa, dalla quale avrà la figlia Patrizia.
Inizialmente si trasferisce qui per rilassarsi e andare a caccia, ma in realtà la sua indole imprenditoriale continua ad essere forte.
Si dedica alla viticoltura, trasformando la tenuta in una delle aziende più moderne d’Europa, con campi da tennis, da golf, piscine e la produzione del famoso vino Sangue di Miura.
… Quando si dice essere imprenditori a 360°!
Muore nel 1993 all’età di 76 anni e durante il suo saluto terreno dà l’ennesima riprova della sua passione per i motori.
Viene infatti trasportato al cimitero di Renazzo su un antico carro agricolo trainato da uno dei suoi trattori, con alcune delle sue automobili parcheggiate all’ingresso, quasi a volerlo salutare con un “Ciao Genio, ci vediamo presto per nuove avventure!”
Sulla sua lapide appare la scritta “Buon lavoro nella nuova Casa di Dio”.
E sono sicura che ovunque sia ora, starà continuando a progettare, ideare e sperimentare cose fantastiche.
Perché una passione così forte non può spegnersi. Mai.

Il Museo Lamborghini e il Museo Ferruccio Lamborghini
Il Museo Ferruccio Lamborghini è dedicato al genio industriale di Ferruccio.
Nel Museo è raccontata la vita di Ferruccio attraverso tutta la sua produzione industriale, dal primo trattore Carioca, a tutti i modelli più importanti degli anni ‘50, ‘60 e ‘70, tra cui
la mitica Miura SV, l’avveniristica Countach, gli esemplari di Jarama, le Urraco e l’Espada con apertura ad ali di gabbiano che ispirò l’auto del film “Ritorno al futuro”.
C’è anche il prototipo di elicottero e dell’offshore Fast 45 Diablo Classe 1 di 13,5 metri con motore Lamborghini, divenuto 11 volte campione del mondo.
Fino alla ricostruzione del primo ufficio di Ferruccio alla Lamborghini Trattori, con i suoi oggetti personali, i documenti ufficiali e le foto dell’epoca, per ricordare l’Italia del boom economico e le vicende della famiglia Lamborghini e delle migliaia di persone che hanno lavorato nelle sue aziende.

A pochi chilometri di distanza nel 2016 è nato il nuovo Museo Lamborghini, rinnovato in Museo delle Tecnologie (MUDETC).
Situato a Sant’Agata Bolognese, sede della Casa del Toro, il museo ripercorre tutte le tappe che hanno fatto la storia del marchio Lamborghini, fino al tour nelle linee di produzione.
Il Mudetec offre un’esperienza interattiva, con proiezioni video, foto e il nuovo simulatore di guida che amplifica le emozioni e la scoperta delle vetture in esposizione.
Dalla Miura, alla Countach, fino alle supersportive più recenti ed esclusive come la concept ibrida Asterion, la few-off Centenario, la Huracán Performante e la Aventador SVJ.

La Lamborghini oggi
Dopo aver cambiato ben 4 volte proprietà dal 1972, la Lamborghini viene acquistata nel 1998 da Audi, società facente parte del Gruppo Volkswagen.
Oggi le auto Lamborghini sono fra le più note, esclusive e desiderate al mondo e la Casa del Toro continua ad accrescere la sua leggenda, portandosi con sé il mito del suo fondatore.
Che dire… entrando al Museo Lamborghini si respira tutta l’essenza di questa casa automobilistica, la cura, l’amore per i dettagli, la ricercatezza dei materiali.
Si percepisce la passione di un uomo che si è tramandata alle generazioni successive nonostante i passaggi di proprietà.
Perché l’impronta di Ferruccio Lamborghini c’è e ci sarà sempre.
Il tratto di un uomo coraggioso, di un visionario, di un precursore, ma soprattutto di un sognatore.
La sua passione la si respira ancora oggi nell’aria.
Quella passione che muove il cuore, che ti fa pensare positivo quando tutti accanto a te provano a sbarrarti la strada.
Una passione che sono fiera e felice di aver ereditato dal mio papà.
E non gliel’ho mai chiesto… ma credo che dopotutto non abbia rimpianto il fiocco azzurro.
Info
Per prenotare una visita al Museo Lamborghini o una visita alla linee di produzione puoi visitare il sito ufficiale.
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