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Se chiedi a un grande musicista cosa sia per lui la musica, senza esitazioni ti risponderà… la vita.
Gli occhi si illuminano, il cuore si riempi di gioia e la mente in un nano secondo ripercorre tutta la strada e i sacrifici fatti.
Sacrifici che dinanzi alla passione sembrano svanire.
A volte è il caso, altre la famiglia, altre ancora un insieme fortuito di fatalità che ingegnosamente si incastrano alla perfezione.
Non importa da dove l’amore per la musica tragga origine, ma come questo si evolve.
Durante l’evento Piano echos ho conosciuto due musicisti di fama internazionale, il pianista Claudio Voghera e il violinista Francesco Manara e ho voluto approfondire con loro un mondo, così misterioso e affascinate, come quello della musica classica.

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Claudio Voghera e Francesco Manara: musica classica di fama internazionale
Se hai già letto il mio articolo su Piano Echos sai che i musicisti che prendono parte a questa importante manifestazione del Monferrato, sono di fama internazionale.
Francesco Manara e Claudio Voghera sono due musicisti classici dal curriculum invidiabile.
Francesco Manara, dopo essersi diplomato con il massimo dei voti, lode e menzione al Conservatorio “G.Verdi” di Torino si è perfezionato tra Italia ed estero, arrivando nel 1993 a vincere il Primo Premio al prestigioso Concorso Internazionale di Ginevra.
La sua brillante carriera solistica lo porta a calcare i palchi più importanti, dal Teatro della Scala di Milano, al Carnegie Hall di New York, fino a Tokyo, Mosca e Salisburgo.
Nel 1992 è stato scelto da Riccardo Muti come primo violino solista dell’Orchestra del Teatro della Scala e nel 1998 ha debuttato al Licoln Center di New York.
Dal 2001 è Primo Violino del “Quartetto d’Archi della Scala” e al contempo porta avanti l’impegno con il Duo Manara- Voghera e il Trio Johannes.
E’ anche docente di violino presso l’Accademia della Scala e l’Accademia di Portogruaro.
Claudio Voghera invece, dopo essersi diplomato con il massimo dei voti e lode al Conservatorio “G.Verdi” di Torino, ha portato avanti la sua passione per la musica da camera, grazie anche all’incontro con il violinista Francesco Manara.
Ha suonato per le principali società concertistiche italiane, è docente di pianoforte principale e vicedirettore al Conservatorio di Torino e tiene corsi di perfezionamento in Italia e all’estero.
Durate la mia partecipazione a Piano Echos ho avuto la fortuna di assistere alla loro esecuzione integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Mozart e sono rimasta così colpita da questo evento e dal trasporto di questi due musicisti che ho voluto saperne di più.
Perché questo è uno di quei casi in cui il confine tra lavoro e passione non esiste.
Ti porto a scoprire cosa mi hanno raccontato i due musicisti sulla musica classica e sul loro lavoro.
La musica classica nel Duo Manara-Voghera
Uno è partito dalla musica come elemento culturale e l’altro dalla passione per lo strumento.
Durante le loro esibizioni, mi sono ritrovata più volte a chiudere gli occhi e a immaginare..
.. a un tratto il violino sembra essere un uccello in procinto di prendere il volo e il pianoforte una macchina da scrivere, ma dal tocco più soave e armonico.
In un frangente mi incanto davanti al violinista Francesco Manara, scorgendo in lui espressioni di pura concentrazione e un’immersione totale nello strumento, tanto da cancellare in un attimo tutto lo spazio circostante.
Quando suona, Francesco è un tutt’uno con il suo violino.
I due si avvolgono quasi a suggellare un abbraccio e la passione è così forte che al termine della sonata sono evidenti sul collo del musicista i segni dell’esecuzione.
L’attimo dopo mi sposto sul pianoforte di Claudio Voghera.
La concentrazione è ai massimi livelli, le dita scorrono veloci e le note vanno a comporre, a poco a poco, una sonata perfetta.
Claudio sembra avere accanto a lui Mozart.
Le sue espressioni non lasciano nessun dubbio: è un viaggio immersivo nelle composizioni del Maestro e lui non solo si immedesima, ma le vive in prima persona, passando prima da uno stato sereno e felice, poi ad un senso di angoscia e tormento. Proprio come vuole far sottintendere l’autore.
Prima il violino, poi il pianoforte e ancora, prima il pianoforte e poi il violino…
Tra i due strumenti si crea un affiatamento unico, proprio come quello tra i due musicisti, a testimonianza dei tanti anni in cui si ritrovano non solo a calcare gli stessi palchi, ma a condividere le stesse emozioni e passioni.
E come spesso accade con le cose che hanno a che fare con il cuore… tutto ha inizio per caso…

Intervista doppia al Duo Manara-Voghera
- Com’è nata la passione per la musica classica
Francesco Manara (Violino): “Il primo ricordo è a 4 anni, ballando la marcia Turca di Mozart. L’artefice di tutto è sicuramente mio padre che era un avvocato, ma anche un grande cultore e amante della musica. Da quell’episodio della Marcia Turca lui mi fece ascoltare opere liriche, opere da camera e opere sinfoniche.
Mi sono appassionato da subito alla musica.
A 7 anni un giorno mancò la maestra della 2° elementare e ci chiesero di scrivere un tema.
Io non sapevo cosa scrivere, così ho scritto tutto il libretto del Macbeth di Verdi di Francesco Maria Piave, dalla prima parola, all’ultima. Da lì è scattato qualcosa…
A 8 anni ascoltavo Tristano e Isotta, a 10 anni conoscevo quasi tutte le opere di Verdi e di Wagner, senza saper una parola di tedesco, per cui ho conosciuto tanta musica prima di iniziare a suonare e questo da una parte è un bene, ma poi dal lato tecnico ho dovuto recuperare.
Quando poi ho dovuto far sfociare la passione per la musica in uno strumento musicale, ho scelto il violino, perché nella vasta discoteca di mio padre, c’erano anche le sonate di Bach e mi sono innamorato di tutto ciò che può fare un violino.
Mi sono detto che volevo provare anch’io e dalla prima lezione di violino ho capito che quello era lo strumento per me.
Ho iniziato a 10 anni e a 11 sono entrato subito in conservatorio per la prima media.”
Claudio Voghera (Piano): “Io ho iniziato forse prima con lo strumento perché in casa avevamo un pianoforte verticale.
Mi ha attratto da subito e ho cominciato a pasticciarci sopra.
Il pianoforte è uno strumento facile all’inizio.
Avevo una famiglia con genitori appassionati di musica, la mamma era cantante e il papà era un medico, appassionato di ogni forma d’arte, ma era anche chansonnier, per cui la passione per la musica me l’hanno trasmessa loro e anche ai miei fratelli.
Ho cominciato a suonare all’età di 8 anni.”
- Due parole sul vostro strumento
Francesco Manara (Violino): “Io da 3 anni suono un Nicola Amati del 1665.
Nicola Amati è colui che ha canonizzato le forme e le misure del violino, è il maestro di Stradivari.
Ho trovato questo violino, mi sono innamorato del suo suono e ho venduto il Giovanbattista Guadagnini del 1773. Ora sono ancora più contento con questo mio nuovo compagno di viaggio.”
Claudio Voghera (Piano): “Anche i pianisti hanno una passione per il loro strumento, ma a differenza dei violinisti non possono portarselo ai concerti. Io a casa ho il mio pianoforte che è uno Steinway, un piano tedesco di 40 anni, che è il più grande pianoforte che sia mai stato costruito. Lo Steinway è il sogno di tutti i pianisti.”
- L’impegno che ci avete messo per arrivare a questi traguardi
(Insieme): “Abbiamo suonato Sempre.
Tantissimo da bambini, da subito, e in maniera molto seria.
Studiare proprio la tecnica.”
Francesco Manara (Violino): “Il violino è come una voce umana, quindi bisogna cercare di sviluppare la propria voce come un cantante, cercare sempre il suono più bello e più profondo.
E’ un lavoro eterno, non si è mai arrivati e ci si può sempre migliorare.”
- Un aneddoto particolare successo nella vostra carriera
Claudio Voghera (Piano): “Bè… noi ci siamo conosciuti quando io mi sono sposato, nel senso che era il mese in cui mi sposavo, nel 1990, e poco prima che mi sposassi lui mi aveva telefonato perchè cercava un pianista.
Da lì ci siamo trovati bene e abbiamo continuato a lavorare insieme.
Ma il primo aneddoto buffo che mi viene in mente… Ah, a Trento ad un certo punto mentre suonavamo in un punto complesso, saltò una corda del violino di Francesco e io rimasi un pò scioccato da questo suono… TAAAC.
Un altro aneddoto capitò con il Trio Johannes in Istria. Avevamo fatto male i calcoli, io sono arrivato un’ora prima del concerto e loro sono arrivati un’ora dopo.
Siamo arrivati in ritardo ad un nostro concerto con la gente in sala. Io… ecco… fuori friggevo un pò.” (Risata)
- Musica e interpretazione: come cambiano gli stati d’animo
Francesco Manara (Violino): “La musica ti suggerisce questo, è nella scrittura e l’interprete deve essere bravo a capirlo e a far capire questi stati d’animo al pubblico.
Il segno scritto va interpretato: se c’è un legato renderlo espressivo, se c’è uno staccato renderlo brillante..
E’ tutto nella scrittura, ma bisogna farlo risaltare.
I segni scritti sulla carta se sono scritti in Mozart hanno un valore, se sono scritti in Brahms, hanno un altro valore, qui sta il lavoro dell’interprete, di renderli nel contesto dell’autore.
Lui (riferito a Claudio Voghera) canta quando suona. Se fai attenzione bene si sente proprio il canto sotto.”
Claudio Voghera (Piano): “Eh… ogni tanto devo dire che i pianisti lo fanno.
Il piano è uno strumento molto difficile da far cantare, perché è uno strumento a percussione, per cui a volte si sente la mancanza di farlo cantare, ma… non bisogna. (Ride)
La fedeltà al testo è importantissima, ma non devi nemmeno lasciare una lettera morta.
La cosa più difficile è creare un equilibrio tra la personalità e la sensibilità di chi suona e la razionalità di un interprete che ha a che fare con tutto scritto.
Perchè la differenza tra la musica classica e la musica leggera è che la musica classica è una musica esatta, cioè ha tutto scritto, non c’è la possibilità di fare granché (cioè in realtà c’è!)… E’ questo che deve essere vinto come blocco.”
- Un consiglio per chi si vuole approcciare a questo mestiere
Francesco Manara (Violino): “No…. Non lo faccia!” (Ride)
Claudio Voghera (Piano): “Io penso che il rapporto con la musica dovrebbe essere sempre maggiore.
Avvinarsi alla musica è una cosa straordinaria, andate ai concerti, non su internet.
I concerti sono il momento in cui la musica prende vita, non su internet.”
- Cosa pensate sia cambiato nell’ascolto della musica classica dai tempi di Mozart ad oggi
Francesco Manara (Violino): “Una volta la musica classica si ascoltava nei salotti, era più da banchetto.
I ricchi mangiavano, tiravano ossa di pollo a chi stava sotto…
Per esempio alla Scala i più ricchi stavano su, mangiavano, facevano i banchetti e tiravano proprio le ossa di sotto.
Oggi gli artisti sono a distanza e questo può spaventare, soprattutto i giovai, che vedono gli artisti da camera in alto come extraterrestri.
Andare a sentire la musica da camera può sembrare essere da vecchi per questo apparente distacco, invece come nel contesto di Piano Echos, si parla, si fa qualche battuta..”
Claudio Voghera (Piano): “Un tempo l’ascolto era più easy, si mangiava, si entrava, si usciva, si interrompeva la musica…
Mozart cercava di vendere musica, ma non è che la gente lo apprezzasse o gli dava valore.
Oggi c’è un pò più di sacralità, è venuta fuori anche la profondità della musica che allora non c’era.”
- Cosa rappresenta la musica classica per voi
Insieme all’unisono: “LA VITA! Abbiamo detto la stessa cosa: immediatamente”
Ringrazio caldamente i due musicisti classici Francesco Manara e Claudio Voghera per essersi prestati a questa intervista doppia.
Aver chiacchierato con loro mi ha dato l’ennesima conferma di quanto la passione in questo mestiere sia la vera essenza.
E di quanto questa detenga le redini per spingerci verso un destino piuttosto che un altro.
La premura e l’amore rivolti ai propri strumenti si uniscono alla complicità dei loro sguardi, quelli di chi, oltre a condividere una passione, condivide un’amicizia sincera e una stima reciproca.
Francesco e Claudio, Grazie per avermi arricchita.
Tutto questo resterà indelebile nel mio cuore.
Grazie Silvia !
Un bellissimo articolo , sincero e vero. Grazie per avervi dipinto così come siamo
Un abbraccio
Claudio
Ciao Claudio! Mi fa piacere che l’articolo ti sia piaciuto. E hai ragione, è stato scritto col cuore! Ricambio l’abbraccio e spero di potervi riascoltare presto. Silvia